Da
Ufficio Stampa RomAnticamente
Dal 30 luglio al 4 agosto 2013 si è tenuto a Cracovia un incontro internazionale organizzato da TernYpe - International Roma Youth Network - per ricordare il genocidio dei Rom e dei Sinti durante la Seconda
Guerra Mondiale. Dall'Italia era presente una delegazione di oltre 40
persone da diverse città, appartenenti alle associazioni Romà Onlus (Roma), RomAnticamente (Genova), Romaonlus (Torino),
supportate dall'Unar e dalla Rete Near. Seo Cizmic, mediatore
culturale rom del campo di Molassana di Genova dichiara: “"E'
importante essere uniti rom e non a ricordare un fatto doloroso e
tragico di cui non è facile parlare, e che la storiografia ufficiale
non si è mai preoccupata di divulgare. Sui libri di scuola non
appaiono che poche righe e per questo abbiamo il dovere di
raccontarlo alle giovani generazioni."
Grazie
al contributo dell'EYF del Consiglio d'Europa, di TernYpe (Network
internazionale di giovani Rom) e di altre associazioni
internazionali, con l'alto patrocinio della Presidenza al Parlamento
Europeo e dell'UNAR -Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, 450 giovani rom e non rom provenienti da 20 paesi si sono
incontrati presso l'Universitá di Cracovia per discutere sul tema
dell'Olocausto dimenticato dei Rom, per far luce su un capitolo della
storia ancora oscuro, nella ferma convinzione che sia necessario
ripartire da quei fatti per intendere la forte discriminazione che la
popolazione Rom ancor oggi subisce in ogni parte d'Europa. Attraverso
l'incontro con alcuni sopravvissuti all'Olocausto è stato possibile
ripercorrere la storia del Genocidio e dell'antiziganismo nel passato
e nel presente. Inoltre numerosi workshops e conferenze tenuti da
professori, studenti e giovani attivisti, hanno permesso di
approfondire lo studio dei meccanismi che portano allo stereotipo e
alla discriminazione nonchè le metodologie più adatte per educare
le giovani generazioni all'Olocausto e le strategie per smontare il
linguaggio che fomenta l'odio e giustifica razzismo e
discriminazione.
L'iniziativa
"DIK I NA BISTAR” (Guarda e Non Dimenticare in lingua Romanì)
si è fatta momento di studio e di scambio tra giovani rom di diversi
paesi con il fine anche di rivendicare il riconoscimento ufficiale
del Genocidio di più di 500.000 Rom in Europa e del 2 agosto come
Giornata della Memoria del Genocidio Rom e Sinti durante la Seconda
Guerra Mondiale. Il processo di Norimberga non si è occupato del
loro sterminio se non con pochissime righe nella sentenza finale e la
negazione del genocidio Rom e Sinto ha consentito al Governo della
nuova Germania di non risarcire le vittime di questo popolo. La
Germania Ovest ha riconosciuto questo sterminio soltanto nel 1982,
seguita dal Parlamento polacco che nel 2011 ha approvato una
risoluzione per il riconoscimento ufficiale del 2 agosto come
Giornata della Memoria. Nel 2012 anche il Parlamento Europeo ha
discusso una dichiarazione per il riconoscimento di questo giorno
tanto atroce in quanto, in una sola notte, sono stati condotti alle
camere a gas e bruciati 2897 uomini, donne e bambini rom. L'intento è
che, per il 2014, nel settantesimo anniversario di quei fatti, tutti
i paesi europei arrivino al riconoscimento ufficiale.
La
condizione dei Rom e Sinti in Europa oggi continua ad essere di
subalternità e segregazione, ancora schiavi di un pregiudizio così
fortemente installato nella società, tanto da venire spesso assunto
dagli stessi rom, incapaci di far fronte all'ondata d'odio e
disprezzo verso cui sono obbligati a scontrarsi ogni giorno. L'Italia
purtroppo è l'unico stato dell'Europa occidentale che continua a
mantenere vive le politiche dei campi; non-luoghi di segregazione di
persone che di fatto non sono nomadi da secoli e che non desiderano
vivere in quelle condizioni di precarietà e arretratezza. Sebbene
molte famiglie vivano in casa, ottengano titoli di studio e lavorino
onestamente, evitano di dire di essere rom. Ad oggi il tasso di
scolarizzazione della popolazione rom italiana è tra i più bassi
d'Europa. “Se vivi in un campo isolato dalla città, con una doccia
per 20 famiglie, e ti devi alzare alle 5 per riuscire ad arrivare a
scuola ordinata ed in tempo, come puoi restare al passo con la
classe? Ogni persona si merita di stare in una casa e non in un
campo” spiega Ivana di Torino.
“La
memoria è il ponte tra il passato, il presente ed il futuro”
ricorda Agnieszka Kozlowska-Rajewicz, ministro polacco per le pari
opportunità, ed è stato questo lo spirito con cui centinaia di
giovani si sono incontrati a Cracovia, preoccupati per la nuova
ondata di razzismo e xenofobia che sta invadendo di nuovo l'Europa.
“L'unica maniera per combattere l'odio e la discriminazione è
l'educazione” aggiunge Zoni Weisz (Sinto scampato alla deportazione
quand’era bambino) “e sono orgoglioso di vedere tutti questi
giovani fieri delle proprie origini e con tanta voglia di migliorare
questa società”.
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